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Sorveglianza sulle malattie infettive tra i rifugiati kosovari in Albania, Aprile-Giugno 1999
- By M Valenciano , A Pinto , D Coulombier , E Hashorva and M Murthi
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Citation style for this article: . Sorveglianza sulle malattie infettive tra i rifugiati kosovari in Albania, Aprile-Giugno 1999. Euro Surveill. 1999;4(9):pii=79. https://doi.org/10.2807/esm.04.09.00079-it
Abstract
L'Albania, un paese con 3,5 milioni di abitanti, sta fronteggiando una crisi sociale ed economica. Il reddito medio pro capite è inferiore a 1.000 $US l'anno e, dal 1995, la disoccupazione è aumentata del 2,7% (1). I fattori maggiormente limitanti da un punto di vista sociale sono la povertà e l'emigrazione. Il paese è suddiviso in 37 provincie amministrative e l'assistenza sanitaria primaria si avvale di una rete di 1.500 presidi (in cui operano infermieri e ostetriche) e 602 centri medici (coordinati da medici di famiglia). L'assistenza medica secondaria è fornita da 53 policlinici distribuiti nelle città delle provincie, 34 ospedali provinciali e 10 ospedali regionali. L'assistenza terziaria è presente solo a Tirana, nel Centro Ospedaliero Universitario (2). Il sistema di sorveglianza nazionale ha sotto osservazione 73 patologie: i centri medici e i presidi sanitari notificano agli epidemiologi provinciali che, ogni mese, inviano le informazioni all'Institute of Public Health (IPH) a Tirana. La riuscita della sorveglianza è limitata dall'affidabilità, dalla qualità dei dati e dalla loro mancata trasmissione, dalla sottonotifica e da problemi nel ritorno delle informazioni (3).
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